Wikipedia: Come Funziona? È Affidabile? Critica ragionata punto per punto
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Critica ragionata a Wikipedia

Wikipedia è una risorsa eccellente per chi cerca informazioni online. Con oltre 50 milioni di pagine, di cui l’11.6% (quasi 6 milioni) in lingua inglese e un buon 3% in italiano, oggi Wikipedia è il quinto sito più visitato al mondo dopo Google, YouTube, Facebook e Baidu.

Come funziona? È affidabile? Scopriamolo insieme.

    Critica ragionata a Wikipedia

    I numeri sono senz’altro impressionanti, ma la piattaforma inizia ad avere segni di ruggine nella struttura collaborativa, ovvero il punto cardine del successo della piattaforma stessa.

    Premesso che l’obiettivo di questo articolo non è convincervi a rispolverare la vecchia enciclopedia cartacea, il nostro intento è quello di sensibilizzare l’utente a fare un uso coscienzioso e responsabile della piattaforma, indagando i limiti della piattaforma stessa.

    Per questo vogliamo muovere alcune critiche, ragionate, a Wikipedia. In breve si articolano in:

    • Affidabilità dei contenuti e delle citazioni
    • Tutela e diritto di replica nei confronti di persone e aziende citate
    • Controllo dei contenuti duplicati e copyright

    Ma andiamo con ordine.

    Come funziona?

    Senza giungere a conclusioni affrettate, vediamo in breve come funzionano i meccanismi di redazione e revisione delle voci enciclopediche.

    Chi può pubblicare su Wikipedia

    Wikipedia è un progetto di natura collaborativa e conta ad oggi oltre 200.000 contributori attivi in tutto il mondo. Ogni contributo, che sia una nuova voce enciclopedica o una revisione, viene realizzata e pubblicata dai contributori stessi. Dentro a Wikipedia ci sono circa 300 lavoratori assunti, ma hanno mansioni di gestione tecnica e amministrativa.

    Quindi qualcuno, esperto in una materia specifica, avrà donato il proprio tempo e le proprie competenze per allargare o migliorare il database di conoscenze della più grande enciclopedia al mondo.

    Idealmente, tutto sembra perfetto. Se non fosse che chiunque abbia un accesso ad internet può contribuire, senza necessariamente essere un esperto nella materia specifica.

    Inoltre dobbiamo considerare che solo lo 0.5% degli utenti (fonte: Wikipedia stessa) sono editors “attivi”, gli altri sono utenti occasionali.

    Si può ipotizzare possano avere un’interesse specifico, o anche interesse economico (se date uno sguardo alle infinite revisioni annullate, è un fenomeno di larga scala).

    Poi ci sono i tuttologi, ovvero persone che “pare” abbiano competenze su qualsiasi argomento, arrivando a collezionare oltre 3 milioni di modifiche sugli articoli. Parliamo di Steven Pruitt (nickname Ser Amantio di Nicolao), classe ’84, che ad oggi risulta il più prolifico contributore su Wikipedia. Lodevole, soprattutto se si considera l’impegno offerto a titolo gratuito per la causa, ma è lecito avere qualche dubbio sulle competenze in ogni specifico argomento.

    Revisioni

    Certo, probabilmente sapete che esiste un sistema di revisione degli articoli nuovi e delle revisioni fatte su articoli esistenti. Revisioni affidate alla community di Wikimedia. Altri utenti, insomma. Probabilmente non competenti affatto sulla materia specifica.

    Altri utenti, molti dei quali con poteri speciali, che spesso abusano della propria posizione, tendendo a cancellare i contenuti prima ancora di verificarli (sono coloro che tendono al “deletionism”, anzichè all'”inclusionism”, correnti di pensiero createsi all’interno della community di Wikipedia).

    Se tale sistema può essere efficace in merito alla forma, ovvero per fare in modo che ogni articolo sia formattato in maniera uguale, seguendo le ferree linee guida di Wikipedia, non è particolarmente efficace sui contenuti.

    Il modello collaborativo è cambiato

    Il punto è che il modello del software collaborativo è cambiato negli anni ed oggi tende a premiare i contenuti degli utenti che hanno un punteggio alto (ovvero che hanno pubblicato o revisionato molti articoli in passato). Ciò significa che nuovi utenti, anche se massimi esperti della materia specifica, hanno una probabilità molto maggiore che i propri contenuti vengano eliminati.

    Secondo uno studio realizzato dal prof. Ed H Chi con il suo team “Augmented Social Cognition Group”, infatti, mentre agli albori di Wikipedia la piattaforma permetteva in maniera democratica di pubblicare o modificare testi, già nel 2003 e 2004 la probabilità media che un testo scritto da un utente “elite” venisse cancellato era dell’1% circa.

    Citazioni

    Nelle linee guida vi è una particolare attenzione alla necessità di citare l’origine delle informazioni pubblicate. Ma anche qui, il rischio è di prendere per buone citazioni che non hanno una buona reputazione.

    Pagine web

    La reputazione delle pagine web è alquanto opinabile. Nel web di oggi molte testate, anche di particolare rilievo, accettano di pubblicare articoli sotto compenso.

    Spesso sono più affidabili fonti quali blog specializzati anche se mal posizionati su Google, piuttosto che articoli su grandi testate con milioni di visite mensili.

    Ricerche scientifiche

    Spesso vengono citate ricerche scientifiche, che all’occhio dell’opinione pubblica sono le fonti più affidabili. Ebbene, persino i paper che vantano pubblicazioni importanti, possono essere facilmente viziate da finanziamenti esterni, interpretazione (spesso) intenzionalmente fuorviante (anche se tecnicamente giusta) dei dati. Inoltre difficilmente le ricerche scientifiche vengono revisionate e riprodotte. Il motivo? I giornali specializzati non hanno particolare interesse a pubblicarle e per questo i ricercatori sono poco incentivati. Prevediamo di scrivere a breve un articolo in merito.

    Autorità: Wikipedia è affidabile?

    Quindi, Wikipedia è affidabile?

    L’affidabilità dovrebbe essere un metro di giudizio relativo all’uso che se ne fà della piattaforma. Wikipedia è un’ottima risorsa come punto di partenza per le proprie ricerche personali, scolastiche e persino universitarie.

    Ma se usiamo tali informazioni per scrivere la nostra tesi universitaria o per redigere un paper scientifico abbiamo decisamente sbagliato indirizzo.

    Riepilogando quanto detto finora, in termini assoluti Wikipedia non è affidabile affatto per via dei seguenti motivi:

    • Gli autori non devono qualificarsi per scrivere
    • Selezione delle fonti affidate ai singoli autori (sulla base di criteri spesso opinabili)
    • Le voci potrebbero essere assenti o incomplete
    • Autori possono malignamente modificare porzioni di testo da un momento all’altro (nella maggioranza dei casi vengono rieditati in tempi brevi)

    L’affidabilità, inoltre, non è solo importante nella produzione di nuovi contenuti. Stessa cosa vale se necessitiamo di un alto livello di approfondimento. Probabilmente Wikipedia non sarà sufficiente alla nostra sete di sapere, e dovremo cercare libri, saggi, ricerche sullo specifico argomento.

    Limiti psicologigi

    Il fatto che Wikipedia nell’immaginario collettivo venga considerata la risorsa ultima per reperire informazioni tecnico/scientifiche può avere risvolti negativi. È inconfutabile che la piattaforma venga vista come una risorsa fondamentale per la cultura, ma se la comunità scientifica e le vecchie generazioni tendono a percepirne i limiti, è manifesta la tendenza nelle giovani generazioni a non avere più questa capacità critica.

    Queste ultime infatti, se non ben educate a ricercare fonti autorevoli, rischiano di crearsi limiti nella ricerca della conoscenza. Ma su certi aspetti la colpa non è loro. Pensiamo infatti ai limiti delle traduzioni. Solo una parte delle pagine è tradotta in italiano, e spesso i contenuti delle versioni italiane sono limitate rispetto alla versione inglese degli stessi contenuti. Ma quanti studenti approfondiranno l’argomento nella versione inglese?

    Senz’altro la sempre crescente necessità di immediatezza dell’informazione (leggasi anche pigrizia) non aiuta. Ma potrebbe essere uno spunto per migliorare la piattaforma.

    Ad esempio Wikipedia potrebbe inserire i blocchi di testo di cui non esiste versione in italiano. E magari implementare un sistema di traduzione automatica. Ma basterebbe anche un alert, che avvisasse qualora in altre lingue (non per forza inglese) ci fossero contenuti più approfonditi.

    Ma la piattaforma non si evolve, se non molto lentamente. Purtroppo.

    Vietato difendersi da inesattezze ed informazioni false

    Se su Wikipedia troviamo inesattezze che ci riguardano personalmente o riguardano la nostra azienda non abbiamo molte armi a disposizione.

    La soluzione più semplice è iscriversi e correggere i dati erronei. Sempre che abbiamo riferimenti online su siti ad alto trust che possano confermare la tesi. Altrimenti potrebbe risultare un lavoro alquanto inutile.

    In sostanza, Wikipedia non ha alcun modo di verificare chi siamo, per cui, anche se la pagina incriminata riguarda noi stessi e vogliamo correggere la nostra data di nascita, dobbiamo dimostrarlo. Non con una copia dell’atto di nascita, ma con un bell’articolo pubblicato sul Sole24Ore o su Wired. Che, sia chiaro, possiamo ottenere a pagamento. Evviva.

    Contenuti duplicati: Wikipedia è legittimata a copiare?

    Ebbene si. I contributori di Wikipedia copiano. Spesso, purtroppo.

    Il problema non è per il fatto in se, ma per le conseguenze negative di tale azione. Probabilmente gli autori di tale copia-incolla hanno reputato particolarmente di valore il testo che esperti di quel settore specifico hanno scritto. Ma oltre che rendere orgoglioso chi ha fatto quella ricerca ed investito il proprio tempo per donare al mondo quel frammento di conoscenza, publisher (gestore del sito) ed autore vengono danneggiati.

    Seguiteci. L’obiettivo dei siti di approfondimento culturale è quello di far conoscere a più persone possibile, interessate a quella materia, quel frammento di conoscenza. Per fare in modo che ciò accada, l’autore scrive un articolo approfondito, finalizzando i propri sforzi affinché l’algoritmo di Google (o altro motore di ricerca) valuti in modo particolarmente positivo l’operato.

    Supponiamo che l’articolo raggiunga la prima posizione su Google. Publisher ed autore sono soddisfatti.

    Poi arriva il contributore dell’enciclopedia “libera” e colma il vuoto della voce approssimativa su Wikipedia utilizzando proprio quei testi che con fatica e dedizione sono stati scritti dall’autore del sito.

    Cita la fonte, penserà qualcuno. Giusto, ma è il minimo.

    La voce di Wikipedia arriva in poco tempo in prima posizione sui motori di ricerca, mentre l’articolo originale, ormai secondo, riceve un backlink “nofollow”. Magra consolazione.

    Ma non è finita. La memoria collettiva di Wikipedia è corta (più per pigrizia dei suoi utenti che per la piattaforma, sia chiaro) e dopo tre mesi e qualche modifica qua e là, la citazione scompare.

    Il miracolo si è compiuto: la proprietà intellettuale è passata integralmente a Wikipedia e l’autore della ricerca dovrà combattere contro i suoi stessi contenuti per tornare primo nelle SERP dei motori di ricerca.

    Più nel dettaglio i testi passano dalla forma di copyright stabilita dal publisher alla forma del copyleft. Tutti i testi su Wikipedia sono infatti regolati dal Creative Commons, per cui è possibile distribuire e modificare l’opera, con l’unico obbligo di citarne la “fonte”. La pagina di provenienza, si intende. Non certo le fonti originali.

    Qualcuno più esperto in ambito SEO dirà che è possibile avviare un DMCA contro Wikipedia che, se approvato, cancellerebbe per sempre quella voce dalle ricerche di Google. Ma, sulla base della nostra esperienza in materia, è legittimo pensare che la richiesta difficilmente verrà accolta, ancor meno dopo qualche modifica.

    In sostanza Wikipedia è legittimata a copiare e il publisher o l’autore non hanno alcun mezzo per opporsi a tale razzia.

    Ma ciò che è paradossale è che il ladro agisce in nome di una missione filantropica, di generosità ed altruismo per la diffusione della cultura nel mondo. Una sorta di storia di Robin Hood. Da leggere al contrario.

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